Tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 19 anni, è l’uso combinato di sostanze stupefacenti illegali (dalla cannabis fino alle smart drugs) insieme all’abuso alcol, a guadagnare il primo posto nella classifica dello “sballo del sabato sera”. Lo spiega Sabrina Molinaro, ricercatrice dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), che ha condotto un’indagine proprio per analizzare il consumo di sostanze e comportamenti a rischio tra gli adolescenti italiani.
Il ‘poliabuso’
Il ‘poliabuso’, cioè un mix di alcol e barbiturici, è stato probabilmente una delle cause che ha portato all’uccisione del ragazzo di 23 anni alla periferia di Roma da parte di due giovani che durante un festino avevano, appunto, abusato di alcol e cocaina. Dalla ricerca del Cnr, si evince che almeno una volta negli ultimi trenta giorni, l’1% degli studenti intervistati ha fatto uso di alcol e pasticche: “In particolare, – spiega la ricercatrice – ad aver consumato cocaina recentemente (negli ultimi 12 mesi) è circa il 2,6% degli studenti, mentre a consumarla correntemente (negli ultimi 30 giorni) è l’1,5% (2,2% maschi e 0,8% femmine), ovvero 40,000 studenti”.
Tra i consumatori correnti di cocaina, circa un terzo ha fatto anche uso di alcol e pasticche negli ultimi trenta giorni: “Addirittura sei su dieci tra coloro che hanno consumato cocaina almeno una volta negli ultimi trenta giorni ha avuto anche un episodio di intossicazione alcolica nello stesso periodo (61% dei maschi e 56% delle femmine), ovvero 25,000 studenti, e l’86% – prosegue la Molinaro – corrispondente a circa 34,000 studenti, ha avuto almeno un episodio di binge drinking, cioè 5 o più bevute di fila (85% dei maschi e 87% delle femmine)”. Dall’analisi dello studio del Cnr c’è un altro dato allarmante: crescono gli utilizzatori di sostanze psicoattive “sconosciute”. Secondo la stima della Molinaro, “circa il 2,5% di studenti di età compresa tra i 15 e i 19 anni ha assunto almeno una volta nella vita sostanze psicoattive sconosciute senza sapere di cosa si trattasse. Il 56% circa di questi studenti le ha assunte per non più di 2 volte, ma per il 23% si è trattato di ripetere l’esperienza oltre 10 volte”.